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Voglio essere banale e ricordare alcune cose che ormai tutti sanno, ma sottovalutano.

Parlo di cibo, di qualcosa di estremamente importante, che ci permette di vivere ma che può diventare causa di malattia.

Quando si parla di malnutrizione, si pensa solo a una carenza di cibo e ci si immagina di vedere persone affamate e quindi sofferenti, è vero, è così, ma solo in parte.

La malnutrizione è anche espressione di un abuso di cibo, di iperalimentazione, dove mancano alimenti utili come le vitamine, i Sali minerali, i grassi polinsaturi e di conseguenza, il preferire cibi più grassi favorisce l’insorgere di malattie, che a volte non si vedono, ma che compromettono gravemente la qualità di vita di chi ne è affetto.

La differenza, tra le due condizioni è che la seconda la decidiamo noi, rischiando di ammalarci.

Ciò che si vede è l’eccesso di grasso, in particolare il grasso viscerale o addominale, responsabile di alterazioni metaboliche e danno di organi e apparati.

L’evolversi degli studi scientifici ha permesso di avere a disposizione farmaci in grado di controllare patologie quali l’ipertensione, il diabete, la sindrome metabolica.

Chi trova soddisfazione nel cibo, si consola sapendo che tanto potrà affrontare gli eventuali problemi con i farmaci.

Fino a quando, però, gli stessi saranno in grado di contenere la malattia.

La presenza di grasso addominale, iperglicemia, ipertensione, aumento di trigliceridi e colesterolo HDL basso, definisce la sindrome metabolica, responsabile a sua volta di una più facile insorgenza di malattie neurodegenerative, steatosi epatica, difetti visivi.

Ricordiamoci però che l’obesità è una condizione reversibile, le patologie che spesso l’accompagnano possono migliorare e in alcuni casi anche regredire.

Decidere di cambiare, per alimentarsi in modo sano, è un atto di amore verso noi stessi.

La dieta mediterranea è in grado di ridurre il rischio di sviluppare tali patologie, specie quando è associata a costante attività fisica.

La vita stressante, spinge spesso a fare scelte alimentari disordinate, può essere quindi utile, inizialmente, avvalersi dell’esperienza di professionisti, in grado di correggere in modo non penalizzante carenze alimentari, sostenibili anche da chi svolge una vita lavorativa fuori casa.